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Il Pd di Cortona: "Pacchi alimentari invece di buoni pasto. Scelta che ci lascia perplessi"

"Siamo convinti che la modalità di erogazione delle risorse attraverso dei buoni spesa utilizzabili nelle attività locali sarebbe stata più efficace ed opportuna"

Nota del Partito democratico di Cortona sui contributi per rispondere con beni di prima necessità all'indigenza di alcune fasce di popolazione. "Come PD accogliamo con piacere la notizia che anche nel nostro comune sono arrivati i fondi previsti dal decreto “Cura Italia” per il sostegno alimentare alle famiglie in difficoltà. Nel dettaglio, a Cortona sono stati assegnati ben 139.000 euro, come già comunicato". Tuttavia il Pd critica la decisione dell'amministrazione Meoni di non adottare i buoni pasti ma i pacchi alimentari.

L’Amministrazione comunale ha deciso di impegnare immediatamente solo il 40% di queste risorse e di adottare il metodo dei pacchi alimentari per raggiungere le famiglie. Questa operazione di distribuzione sarà gestita dalle Caritas del territorio Comunale e vedrà impegnati i volontari in tre punti individuati nella chiesa di Camucia, in quella di Terontola e nei locali di fronte a Palazzo Vagnotti nel centro storico.

La scelta compiuta, benché rispettosa del decreto, ci lascia perplessi. Siamo infatti convinti che la modalità di erogazione delle risorse attraverso dei buoni spesa utilizzabili nelle attività locali sarebbe stata più efficace ed opportuna, per i seguenti motivi:

avrebbe dato maggior facilità di accesso al servizio per tutte le famiglie del territorio cortonese;

avrebbe richiesto un minor impiego di personale, garantendo così anche un minor numero di contatti così come previsto dalle norme;

avrebbe permesso ai cittadini di poter effettivamente comprare ciò che è più rispondente alle loro effettive necessità;

avrebbe consentito di dare ossigeno ai piccoli negozi del nostro vasto territorio attraverso l’acquisto diretto presso i loro punti vendita;

avrebbe consentito una maggiore privacy per persone che per l’emergenza sanitaria hanno perso il lavoro o devono sostenere spese impreviste.  

Demandare il lavoro ai volontari Caritas rischia di creare loro problemi di organizzazione e sicurezza, visto che l’afflusso di persone che si presenterà sarà molto più ampio del solito.

La nostra riflessione scaturisce anche dalla presa d’atto che la quasi totalità dei comuni toscani e della provincia di Arezzo, con amministrazioni civiche, di centrodestra o centrosinistra, ha scelto o sta scegliendo la modalità dei buoni anziché quella dei pacchi.

Ci auguriamo che le restanti risorse, circa il 60%, vengano impiegate al più presto e con il sistema dei buoni spesa.

Concludiamo augurando tuttavia il successo dell’iniziativa nell’interesse dell’intera comunità e rivolgiamo il nostro più sentito ringraziamento a tutti i volontari che si adopereranno nella preparazione e distribuzione del materiale.

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